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al testo proposto da Loredana Savelli
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Los cantos del Hombre
DICE DON ERNESTO: i siempre habrá un hombre tal que mientras se destruye su casa piense en el Universo y siempre habrá una mujer tal que mientras se destruye el Universo se preocupe por su casa Para mí la casa no es ya esa lamentable posesión donde un hombre y una mujer se aíslan a cultivar sus miserias Es un espacio que acoge los ecos del mundo Un lugar ordenado con un instinto tan asombroso que algo da a la naturaleza El Hombre, el ser, levanta espacios de una armonía que la naturaleza desconoce pero que ella inspira La paz de los grandes vegetales Habrá colmado de silencio y misterio el aire de los sueños Desde allá empujará al hombre a lo sagrado A levantar arcos de piedra tan profundas como las constelaciones A trazar círculos como los del agua A buscar la arquitectura del fuego y de sus altas sombras, donse penden campanas doradas ¿Cómo descuidar entonces la Casa? Desde ella se contemplan los relámpagos la lluvia que remueve todo más allá de la memoria Hasta ella llega una dicha de estrellas fugaces que rasgan con su luz el follaje donde cada hoja es un pájaro y cada estrella la punta de un día cuya luz no habremos de contemplar ¿Y el Cosmos? Un orden de vértigo donde caen sin fin el vuelo de la esperanza la nobleza de una naturaleza dormida -que es sueño- el silencio de los desiertos -gota a gota- el espejismo del mar, el viaje oscuro de la luz -un acorde majestuoso- y los gritos y los cantos del hombre que va en la gavia y todo lo ve ¿Y la Casa? Es castillo y cripta, torre y caverna milagro y humildad, orden y espera y la voz de las cosas que no están Casa y Cosmos son locura *** I canti dell'uomo DICE DON ERNESTO: ci sarà sempre un uomo che mentre viene distrutta la sua casa pensa all'Universo e ci sarà sempre una donna che mentre viene distrutto l'Universo si preoccupa per la sua casa Per me la casa non è più quel meschino possesso dove un uomo e una donna si isolano per coltivare le proprie miserie È uno spazio che accoglie gli echi del mondo Un luogo ordinato con un istinto così sorprendente che dona qualcosa alla natura L'Uomo, l'essere, crea spazi di un'armonia che la stessa natura ignora ma che è lei a ispirare La pace delle grandi vegetazioni avrà colmato di silenzio e mistero l'aria dei sogni Da là spingerà l'uomo verso il sacro per costruire archi di pietra così profondi come le costellazioni a tracciare circoli d'acqua a cercare l'architettura del fuoco e delle sue alte ombre, da dove pendono campane dorate Come si può trascurare la Casa allora? Da lei contempliamo i lampi la pioggia che rimuove il tutto più in là della memoria Fino a lei arriva una felicità di stelle cadenti che strappano con la sua luce il fogliame dove ogni foglia è un uccello e ogni stella la punta di un giorno la cui luce non ci sarà dato di vedere E il Cosmo? Un ordine di vertigine dove cade senza fine il volo della speranza la nobiltà di una natura addormentata - che è sogno - il silenzio dei deserti - goccia a goccia - il miraggio del mare, il viaggio oscuro della luce - un accordo maestoso - e le urla e i canti dell'uomo che in alto nella gabbia della nave tutto vede E la Casa? È castello e cripta, torre e caverna miracolo e umiltà, ordine e attesa e la voce delle cose che non ci sono Casa e Cosmo sono follia (Traduzione di Camila Hofman) (http://www.filidaquilone.it/num009hofman.html) |
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